mercoledì 22 maggio 2024 | ore 18.00
Aperitivo offerto dall’Alliance Française Torino
Lo scrittore svizzero presenta per la prima volta a Torino il suo libro «Voyage du Salem», una brillante inchiesta su una truffa di quarant’anni fa.
Pascal Janovjak incontra il pubblico alla galleria alla galleria OttoFinestre, in occasione della mostra VOLTI. Ritratti di isolani e maltrattati dalla storia di Luigia Rinaldi, a cura di Edoardo di Mauro ( 17 maggio – 17 luglio 2024). Inaugurazione: 16 maggio 2024.
____________________________________________________________________________________________________
Luigia Rinaldi
VOLTI
Ritratti di isolani e maltrattati dalla storia
Curata da Edoardo di Mauro
Inaugurazione: giovedì 16 maggio 2024
Esposizione: 17 maggio – 17 luglio 2024
Ottofinestre ha il piacere di presentarvi la mostra personale di Luigia Rinaldi curata dal vicedirettore e docente dell’accademia Albertina Edoardo Di Mauro, che sarà inaugurata giovedì 16 maggio presso la sede di via Saluzzo 88. La mostra si compone di due serie di ritratti dell’artista: nella prima, di datazione più recente, l’artista ha inserito in primo piano, memore di una precedente ricerca fotografica sul ritratto, immagini di personalità, note ed anonime, perseguitate per le loro idee e la lungimiranza sociale, culturale e politica, introducendo il tema dell’attualità, senza appiattirsi passivamente sul reale e sulla cronaca, donandocelo invece su di un piano simbolico.
Nella seconda serie, risalente agli anni Dieci, l’artista ritrae pescatori e capperaie, figure che, poste dialogicamente con i ritratti politici, appaiono come anonimi della storia, volti destinati, scomparendo, all’oblio. La Rinaldi sottrae questi soggetti all’estinzione dalla memoria: non solo li ritrae, ma raccoglie le loro testimonianze, testi dove i soggetti raccontano la loro vita, o episodi di essa, in prima persona.
La Rinaldi in sintonia con l’eclettismo stilistico che caratterizza la scena artistica contemporanea a partire dalla seconda metà degli anni Ottanta, trasferisce queste suggestioni nella dimensione della tela con una tecnica che riecheggia, aggiornato al presente, lo stile di due correnti del Novecento che seppero mediare tra figurazione ed astrazione, come i Fauves ed il Gruppo Cobra, creando delle vere e proprie pulsioni di colore acceso e primario.
Il lavoro di Luigia Rinaldi è caratterizzato da una pittura di intensa espressività e ritmo tonale, dopo essere partita, negli anni Settanta, dalla sperimentazione fotografica, a sottolineare una volta di più il rapporto stretto, complice, e talvolta oppositivo tra due tecniche che nascono con l’obiettivo di rappresentare la realtà.
In un’epoca di ridefinizione dei generi la pittura mantiene la sua centralità riuscendo, nei casi migliori, a rinnovarsi da un punto di vista iconografico, quindi conservando quella caratteristica che le è propria, implicita al concetto di “teknè”, di tirocinio artigianale visto in una dimensione di sublimazione dell’agire artistico, con modalità attente e riflessive, abbinando a questa antica vocazione la capacità di osservare con occhio partecipe e disincantato al tempo stesso l’esistente, decontestualizzandolo dalla sua effimera contingenza materiale per dargli forma nella dimensione del simbolo.